• A Ravenna il Paradiso di Dante diventa teatro e musica

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    (ANSA) – RAVENNA, 23 GIU – Il viaggio iniziato nel 2017 con
    l’Inferno, proseguito con il Purgatorio nel 2019, si corona ora
    con il Paradiso, ultima anta del trittico ‘Chiamata pubblica per
    la Divina Commedia’ che Ravenna Festival ha commissionato a
    Marco Martinelli ed Ermanna Montanari e che ora si completa
    diventando itinerante e musicale: dal 24 giugno all’8 luglio
    (tutti i giorni tranne il lunedì) si parte alle 20 dalla Tomba
    di Dante fino a immergersi nel vivo vortice di anime ai Giardini
    Pubblici davanti alla Loggetta Lombardesca. Con le musiche di
    Luigi Ceccarelli, le luci di Fabio Sajiz, scene e costumi degli
    allievi dell’Accademia di Brera, al centro di questa nuova
    produzione del Festival, in collaborazione con Teatro delle
    Albe/Ravenna Teatro e con il contributo straordinario del Comune
    di Ravenna, c’è la parola “allegrezza”, perché il Paradiso è la
    cantica della gioia che si fa suono, danza, festa dionisiaca, un
    inno alla carne trasfigurata, “tra la carne e il cielo,” per
    dirla con Pasolini. “Questo percorso dantesco rafforza una
    visione che da decenni sorregge il nostro operare: il teatro
    vive se sa farsi ‘arte’ nel dialogo con la vita e la città –
    sottolineano Marco Martinelli ed Ermanna Montanari – Come il
    poeta e cittadino Dante Alighieri sapeva, la politica e la
    tensione alla bellezza sono le due facce della stessa
    spiritualità. Nella Commedia, lo spettatore gioca un ruolo
    preciso: è lui stesso Dante, il pellegrino che dal fondo della
    selva oscura prima scende nelle viscere della terra, poi sale la
    montagna del Purgatorio e si ritrova a scalare i cieli insieme a
    Beatrice, fino alla visione beatifica del XXXIII canto. Per il
    Paradiso abbiamo scelto alcune figure, da Piccarda Donati a
    Giustiniano, da San Tommaso a Cacciaguida, San Pier Damiani, San
    Pietro… L’ascesa spirituale di quell’uomo smarrito segna al
    tempo stesso una metamorfosi dell’universo sonoro, dalle grida
    infernali fino all’armonia delle sfere celesti, dove luce e
    suono sono un’unica vertigine”. (ANSA).
       


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