
(ANSA) – ROMA, 15 GIU – “Le persone non fanno le cose per un
solo motivo, le persone si mobilitano per una serie di
motivazioni. Ovvio che in quello che ho fatto c’era anche la
voglia di avere una carezza pubblica o di voler esorcizzare il
male che ho provato, c’era questo ma c’era anche dell’altro.
Quindi oggi leggere i giornalisti che mi danno del narcisista
come se dicessero che sono un c***. Ecco, io cito George Bernard
Shaw: ‘Non mi piace fare la lotta nel fango con i maiali, uno
perché ti sporchi tutto, ma soprattutto perché ai maiali
piace'”. Lo dice Fedez, che è stato ospite di Tony Severo,
Rosario Pellecchia e Romina Pierdomenico nel programma “105
Friends” a proposito delle reazioni alla pubblicazione sul suo
profilo Instagram dell’audio dei suoi incontri con lo psicologo
dopo aver scoperto di avere il tumore.
“Io non avevo idea che avrebbe potuto scatenare un dibattito
così grande all’interno della comunità psichiatrica o della
psicoterapia” dice il cantante. “Il mio tema – aggiunge – è
semplice: innanzitutto registrare le sedute è una cosa
normalissima che si fa, pubblicarla un po’ meno. Io soffro di
insonnia, mi sveglio molto presto la mattina, tipo alle 5, alle
6. Io non avevo mai riascoltato quell’audio, quella mattina me
lo sono riascoltato e ho cominciato a piangere come un cretino.
Io sto cercando di tenere aperta la finestra della mia malattia
per non dimenticare, quella finestra mi aiuta a rivalutare le
priorità della mia vita, quindi riascoltando quell’audio per un
attimo sono tornato indietro a quando ho scoperto di avere
questo tumore e l’unica testimonianza che avevo era Google che
mi diceva che sarei morto da lì a sei mesi, come capita sempre
qualunque cosa di salute cerchi su Google”.
Fedez spiega ancora: “Io nella seduta dico ‘Io non ho paura di
morire, ho paura che i miei figli non si ricordino di me’ ed è
una sensazione di dissociazione brutta, ti senti strano, dici ‘non sto vivendo bene questa cosa’ e quindi dire ‘Guardate che
se in questo momento anche solo una persona sta vivendo quella
sensazione che anch’io l’ho vissuto e ne sono uscito più o meno
decentemente, forse ti fa sentire un po’ più su”. (ANSA).
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